AGGIORNATO IL 28/10/2023

Avrete sentito sicuramente dire che secoli fa la chiesa e preti erano sempre in prima fila per affrontare le epidemie e che avessero salvato migliaia di vite. è un fatto storico che molti, qui in Italia, danno per certo. Cosa accade a questa diceria se dovessimo aggiungere i morti che potevano essere evitate se solo la chiesa non fosse stata ostile alle scoperte medico scientifiche? Gli ospedali gestiti da Madre Teresa saranno stati sicuramente d’aiuto a chi soffrisse di malattie lievi facilmente curabili senza farmaci ma sicuramente dannosa per chi si potesse salvare in un ospedale qualsiasi del paese.
Quindi oggi andremo ad includere nel bilancio anche le vittime di epidemie evitabili come quella di Montreal del 1885.

Questo articolo fa parte di una serie di articoli dove si ripercorre la storia del conflitto tra religioni e vaccinazioni.

Antefatto

Il vaiolo nel 1885 era ancora presente in tutto il mondo ma le diffuse vaccinazioni resero la malattia molto più rara e difficilmente si generavano epidemie localizzate e quanto più passava il tempo tanto più il vaiolo riduceva la sua diffusione.
All’epoca erano già presenti e anche diffusi i movimenti antivaccinisti simili a quelli di oggi, come il
National Anti-Vaccination Leage americano, insomma, nonostante tutte le evidenze dell’efficacia e
sicurezza del vaccino anche nel 1800 ci fu chi ostacolava le vaccinazioni.
In Quebec, una regione del Canada, sono presenti i discendenti dei coloni inglesi e francesi, ora chiamati anglo-canadesi e franco-canadesi, soprattutto in quel periodo viveva una forte faida ideologica interna al paese tra le due popolazioni, non solo per la provenienza geografica ma anche religiosa.
Gli anglo-canadesi erano in gran parte protestanti mentre i franco-canadesi erano cattolici ed erano
particolarmente fanatici ed integralisti i residenti a Montreal.
Mentre gli anglo-canadesi accettavano di buon grado di vaccinarsi e di vaccinare i propri figli, i franco-canadesi erano particolarmente ostili al progresso e in molti casi non vaccinarono i propri figli, abbassando l’immunità di gregge e mettendo la città a rischio di epidemia.

I primi casi

Il 28 febbraio 1885 un ferroviere di nome George Longley venne ricoverato all’ospedale di Montreal con febbre alta e le iconiche pustole del vaiolo. Per un errore del personale medico, nonostante gli fosse diagnosticato il vaiolo venne trattato come se fosse un malato di varicella e per il mancato isolamento cominciò a propagarsi la malattia nell’ospedale.

Un aiuto per il virus

proprio mentre il virus cominciava lentamente a propagarsi una rivolta antigovernativa in Quebec
raggiunse il suo apice dove il leader dei rivoltosi Louis Riel, (una delle figure più controverse della storia canadese, da un lato dalla parte dei nativi e cattolico fondamentalista dall’altro) venne catturato,
processato per alto tradimento e giustiziato.
Gli abitanti di Montreal franco-canadesi presero l’atto come un attacco alla loro popolazione e
cominciarono delle manifestazioni antigovernative dove Riel veniva acclamato come un martire ed eroe.
Le numerose manifestazioni aumentarono fortemente i contagi, non più confinati nell’ospedale e
cominciarono ad intaccare tutte le aree della città.

L’epidemia, la religione e le violenze

Mentre i contagi aumentarono i paesi limitrofi impedirono il commercio con la città e il consiglio della salute si organizzò per affrontare l’epidemia, bisognava riprendere a vaccinare la popolazione, infatti le vaccinazioni furono temporaneamente sospese per 3 mesi perché si pensava che i vaccini potessero essere stati contaminati e la notizia aveva sicuramente aumentato gli scettici.

Edit: ci furono anche alcuni medici che si opposero alle vaccinazioni, come Joseph Émery-Coderre anche se non ci sono dati sul loro ruolo nell’epidemia.

Le tensioni in città aumentarono quando si cominciarono a prendere alcuni provvedimenti seri nel tentativo di contenere l’epidemia.
Si tentò di introdurre un obbligo vaccinale e molti cattolici (anche i pochi anglo-canadesi) minacciarono che avrebbero sparso sangue e il clero cattolico locale li appoggiò in larga parte.
La stampa cattolica andò ben oltre, ad esempio l’Etendart esortò i fedeli a prendere le armi piuttosto di farsi vaccinare e addirittura un giornale laico fu costretto ad accodarsi.
Nel tentativo di riportare i cattolici alla ragione le autorità sanitarie scrissero al clero cattolico sperando di riuscire a convincerli ad esortare i fedeli a vaccinarsi ma ottennero il silenzio o l’ostilità della stragrande maggioranza dei preti.
I cattolici erano anche presi da un sentimento fatalista. ad esempio l’abate Filiatrault recitò un sermone dove dichiarava che il vaiolo fosse una punizione di dio contro la città perché i fedeli mangiarono carne il giorno di carnevale.
Di risposta alcuni giornali come l’Herald pubblicarono alcuni articoli dove i franco-canadesi assieme al clero cattolico venivano additati come la causa dell’epidemia.
Seppur a ragione queste accuse sono da far entrare in un contesto di forti contrasti tra le due popolazioni e potrebbe essere interpretato come atto di misoxenia.
Un altro tentativo di arginare i contagi avvenne quando si decise di chiudere le chiese ma il consiglio della sanità dovette immediatamente retrocedere perché si ritrovò le ostilità sia dei cattolici che dei protestanti, i primi più violenti dei secondi.
L’atto che forse cagionò di più il contagio fu però la decisione delle autorità cattoliche di organizzare una grande processione guidata dai Padri Oblati con appelli alla madonna per far finire l’epidemia proprio nel quartiere con più contagi della città.
La situazione degenerò all’improvviso quando ci fu una rivolta violenta in città.
Nella notte tra il 28 e il 29 settembre i contrari alla vaccinazione (quasi tutti cattolici) franco-canadesi scesero il piazza e misero a soqquadro la città, le sedi dei giornali Herald e Montreal Star vennero vandalizzate e le loro vetrine distrutte a colpi di armi da fuoco e lo stesso avvenne con le farmacie che somministrarono i vaccini. Alcuni manifestanti gridarono slogan contro la popolazione originaria inglese.
Le violenze vennero fermate quando i manifestanti provarono ad assaltare il municipio e vennero respinti da centinaia di agenti di polizia, per fortuna i danni furono limitati ai soli immobili e non ci furono morti.

Bilancio finale

Edit: a seguito dell’introduzione di un obbligo vaccinale e delle successive violenze del 28 settembre, il vescovo di Montreal, Édouard-Charles Fabre, decise di incitare i preti a convincere i fedeli a vaccinarsi e a non interferire con i medici vaccinatori, decisione motivata forse dal fatto che appoggiasse sempre le autorità dello stato di qualsiasi partito.

Nelle successive due settimane alla notte delle rivolte i contagi continuarono ad aumentare fino a raggiungere il picco, lentamente i casi diminuirono anche perché i cattolici stavano imparando quanto la malattia fosse letale sulla propria pelle e cominciarono a vaccinarsi pure loro.
Si verificarono 19905 contagi e 5964 morti in tutto il Quebec di cui 3259 nella sola Montreal, più del 90% di loro erano cattolici e la gran parte dei morti erano bambini (dovuto al fatto che erano probabilmente anche i meno vaccinati e che il vaiolo su di loro è particolarmente letale).
I protestanti, molto meno ostili alle vaccinazioni subirono perdite minime a confronto.

Edit: a porre le basi per lo scoppio dell’epidemia fu quindi l’opposizione cattolica della popolazione radicata diversi anni prima, senza di essa forse non sarebbe neppure scoppiata, a peggiorare la situazione una volta che il vaiolo cominciava a propagarsi ci furono per motivi di contrasto tra le due popolazioni prima le manifestazioni dei franco-canadesi all’esecuzione di Riel, l’opposizione di alcuni medici (infatti Coderre in seguito aprì una rivista di scarsissimo successo chiamata “L’Antivaccinateur canadien-français”) e le rivolte violente. Dal lato religioso ci furono le opposizioni sia di cattolici che di protestanti alla chiusura delle chiese per limitare i contagi e le processioni cattoliche, un’immediata presa di posizione del vescovo poteva limitare i morti. In più ci fu la sfortuna che una possibile contaminazione dei vaccini qualche mese prima possa aver spaventato la popolazione.

Perché ricordare l’epidemia di Montreal nel 2023? Ad oggi potrebbe sembrare insensato ma non solo ci ricorda che difronte ad una catastrofe sanitaria ieri come oggi c’è chi rifiuta un trattamento salvavita per se e per i propri figli come un vaccino ma anche perché la religione può essere una pericolosa ideologia nella quale uno potrebbe essere spinto a compiere dei gesti scellerati che vanno a danno della collettività.
Questo non accadeva solo nel 1800, ma accade anche nel terzo millennio e non solo con la pandemia di covid, ma questa è un’altra storia…

FONTI

A history of warfare of science with theology and christendom, Andrew Dickson White, capitolo 8 parte 10: http://defendgaia.org/bobk/whitem10.html

https://www.thecanadianencyclopedia.ca/en/article/plague-the-red-death-strikes-montreal-feature

When antivaccine sentiment turned violent: the Montréal Vaccine Riot of 1885: https://www.cmaj.ca/content/193/14/E490

Biografia di Joseph Émery-Coderre: http://www.biographi.ca/en/bio/emery_coderre_joseph_11F.html

Biografia di Édouard-Charles Fabre: http://www.biographi.ca/en/bio/fabre_edouard_charles_12E.html

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